La conchiglia che suonava

Nella Preistoria, gli esseri umani oltre a cacciare, scheggiare pietre e coltivare legumi impararono anche fare musica. Gli strumenti che utilizzavano erano però diversi da quelli che conosciamo oggi.

La grotta di Marsoulas, in Francia, è conosciuta per le sue pitture rupestri risalenti al Paleolitico che ritraggono bisonti, uomini e cavalli.

pitture_rupestri_marsoulas
Riproduzione delle pitture rupestri della Grotta di Marsoulas. Foto: Ralph Frenken – Fonte: Le Parc de la Préhistoire de Tarascon-sur-Ariège

Nel 1931 alcuni archeologi, scavando vicino all’entrata della grotta, trovarono una Charonia lampas, cioè un tipo di conchiglia di grosse dimensioni. Nonostante la grotta si trovasse a più di 150 chilometri di distanza dal mare, pensarono che non valesse la pena esaminare attentamente quel reperto: immaginarono che venisse usato per bere e la cosa finì lì. La conchiglia venne quindi esposta nel Museo di Storia Naturale di Tolosa e dimenticata per 80 anni. 

Nel 2016, però, un nuovo gruppo di studiosi decise di analizzare la conchiglia per capire meglio come vivevano le persone che frequentavano la grotta. Per esaminarla utilizzarono delle moderne tecnologie a immagini, simili a quelle usate per gli esami medici eseguiti sugli essere umani (per esempio ecografie, radiografie, TAC…).

conchiglia_scritte
(A) Vista laterale. (B) Vista frontale con nomi delle sezioni. (C) Residui di pigmenti rossi conservati nella columella. (D) Tracce di puntini rossi e linee visibili sulla foto ingrandita. (E) Puntini rossi prodotti dalle impronte delle dita sono presenti anche sulle pareti della grotta. (F) Insieme di puntini rossi che formano la sagoma di un bisonte. Foto: C. Fritz; disegno (D): G. Tosello

Grazie ad esse, scoprirono che una parte del bordo esterno era stato scheggiato e poi levigato. Inoltre si resero conto che la punta, cioè la parte più dura e resistente della conchiglia, era stata rotta e che la conchiglia era stata forata internamente per tutta la sua lunghezza. Come se non bastasse, gli archeologi si accorsero anche che in origine era decorata con dei segni simili a quelli utilizzati per le pitture rupestri rinvenute all’interno della grotta.
Tutte queste modifiche erano state eseguite dagli essere umani. La  scheggiatura e levigatura del bordo servivano per poter tenere in mano la conchiglia senza ferirsi. Nel buco sulla punta, intorno al quale c’erano tracce di argilla e cera d’api, veniva inserito un bocchino (ottenuto probabilmente con un osso cavo di uccello). 
Ormai lo avete capito. La conchiglia trovata nella grotta di Marsoulas è uno strumento musicale fabbricato ben 17.000 anni fa! Probabilmente veniva suonato durante le cerimonie religiose o per chiamare a raccolta le persone.

Naturalmente gli studiosi che hanno fatto la scoperta erano molto curiosi e hanno chiesto a un  musicista di provare a suonare la conchiglia. Ecco che cosa ha detto: 

Ho dovuto usare tantissimo fiato per produrre le note, ma è stato un momento fantastico che non dimenticherò mai.

Magari, ora, anche voi avete voglia di sentire il suono della conchiglia. Bene, vi accontentiamo!