Spesso avrete sentito dire che Erodoto è considerato il primo vero storico dell’antichità. Grazie ai suoi racconti abbiamo scoperto molte informazioni sulle abitudini di vita dei popoli antichi e sulle guerre tra i Greci e i Persiani. Ma chi era quest’uomo e perché i suoi racconti sono così particolari?
LA VITA
Forse vi sembrerà strano, ma nonostante Erodoto abbia raccontato molti dettagli sulle vite di re e popoli, abbiamo poche informazioni su di lui. Sappiamo che è nato tra il 480 e il 490 a.C. in una famiglia benestante di Alicarnasso, una colonia greca in Asia Minore. La madre era greca e il padre persiano. Dopo un periodo trascorso nella vicina isola di Samo, la sua famiglia rientra ad Alicarnasso intorno al 455 a.C. e da quel momento Erodoto inizia a viaggiare. Si stabilisce poi ad Atene e diventa amico di Pericle, che governa Atene, e dello scrittore di tragedie Sofocle. Nel 444 a.C. partecipa alla fondazione di Turii , una colonia greca in Magna Grecia (l’attuale Sibari, in Calabria), dove forse muore dopo il 430 a.C.
I VIAGGI
Non sappiamo nemmeno non certezza perché Erodoto inizi a viaggiare. I viaggi all’epoca erano complicati. In alcuni territori, come l’impero persiano, c’era una rete di strade e luoghi dove i viaggiatori potevano cambiare i cavalli, riposarsi e nutrirsi, ma la Persia era un’eccezione. Altrove i viaggi via terra erano lunghi, faticosi e pericolosi; lo stesso vale per quelli via mare.
Non sembra che Erodoto avesse degli incarichi ufficiali (per esempio quello di riscuotere le tasse o di rappresentare l’imperatore o il re) e quindi probabilmente viaggiava per commerciare o solo per curiosità e sete di conoscenza.
Fatto sta che Erodoto ha percorso migliaia di chilometri e ha visitato luoghi lontanissimi tra loro: è stato in Persia, a Babilonia, in Egitto, in Macedonia, sul Mar Nero, in Scizia, nella Colchide, in Libia, in Siria…
Nella cartina potete vedere alcuni di questi territori.
“LE STORIE“
Inizialmente i racconti di Erodoto erano stati concepiti per essere narrati a voce. Solo successivamente sono stati raccolti in un’opera intitolata Le Storie, che è stata scritta su fogli di papiro e suddivisa in 9 libri, cioè in 9 capitoli.
Alcuni libri raccontano battaglie, invasioni e storie di re, mentre altri si soffermano sulla descrizione e sulle usanze di popoli lontani.
Il secondo libro, per esempio, è interamente dedicato all’Egitto. Erodoto descrive il territorio, il clima, gli animali, le piante, le abitudini delle persone, i riti religiosi e così via. I suoi racconti sono molto vari: spaziano dalle usanze familiari (racconta che quando in una casa muore un gatto, le persone si radono le sopracciglia in segno di lutto) alla descrizione quasi scientifica dei coccodrilli. Ok… dei coccodrilli dice che non hanno la lingua e questo non è del tutto vero: la lingua ce l’hanno, ma è fissa e quindi non la tirano fuori (ogni tanto anche Erodoto si sbaglia!). Spiega poi, con molti dettagli, tutti i passaggi dell’imbalsamazione e quanto sia importante il Nilo per la vita degli Egizi. E molto altro ancora…
A partire dal quinto libro Erodoto inizia a raccontare le cosiddette guerre persiane, cioè gli scontri che si sono verificati tra il 492 e il 478 a.C. tra Greci e Persiani. Le guerre erano state scatenate dal tentativo dei Persiani di impadronirsi prima delle colonie greche in Asia Minore e poi delle poleis greche. Erodoto descrive le strategie dei generali e molte battaglie, come quelle delle Termopili, di Maratona, di Salamina e di Platea, che segnano la vittoria definitiva dei Greci.

COME CAMBIA IL RACCONTO DELLA STORIA
In origine, per i Greci, raccontare le vicende storiche voleva dire raccontare i miti. Le guerre, le conquiste, le battaglie erano fatte risalire al volere degli dei; tutto ciò che accadeva era condizionato dal loro intervento.
Anche Erodoto talvolta fa riferimento ai miti, ma per costruire il suo racconto utilizza un metodo nuovo, che possiamo riassumere così.
– Utilizza documenti ufficiali, ascolta le testimonianze di chi ha vissuto gli eventi, chiede notizie, si guarda intorno, ricorda quello che ha notato durante i suoi viaggi. Quando descrive la città di Babilonia o le tecniche di imbalsamazione o i riti religiosi, descrive qualcosa che ha visto con i suoi occhi.
– Quando raccoglie due testimonianze che sembrano in conflitto, le espone tutte e due e lascia che sia l’ascoltatore/lettore a decidere chi ha ragione.
– Cerca di comprendere le cause di un conflitto o delle decisioni prese da un re o da un generale e le mette in relazione alle conseguenze che hanno avuto.
– Non giudica come inferiore chi ha usanze diverse da quelle greche e ammette che i Greci abbiano imparato molte cose da altri popoli.
– Capisce l’importanza di ricordare come si sono svolti i fatti per poterli poi tramandare.
Prima di chiudere, è giusto dare la parola a Erodoto. Ecco come lui stesso presenta le Storie.

“Questo è il racconto della storia fatto da Erodoto di Turi, in modo che con il passare del tempo non vengano dimenticati i fatti accaduti per opera degli uomini, e affinché le imprese grandi e straordinarie, alcune compiute dagli Greci, altre dai barbari, non perdano la loro gloria. Oltre al resto, si racconta anche per quale motivo Greci e barbari si fecero guerra.“
* Le immagini di copertina sono di Vecteezy